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- 16 marzo 2025: data storica per il lancio della costellazione Hermes Pathfinder dall'Agenzia Spaziale Italiana.
- Missione Transporter 13 di SpaceX: ha portato in orbita sei cubesat a un'inclinazione di 97,44 gradi.
- Collabora con istituzioni internazionali: INAF, Politecnico di Milano, Università di Cagliari, e altro ancora.
Lancio della Costellazione Hermes: Un Passo Avanti per l’Astrofisica
Il 16 marzo 2025 segna una data storica per l’astrofisica e l’industria spaziale italiana con il lancio della costellazione Hermes Pathfinder. Questa impresa, orchestrata dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), rappresenta un significativo progresso nel campo dell’astrofisica multi-messaggero ad alta energia. La missione Transporter 13 di SpaceX ha portato in orbita sei nanosatelliti, noti come cubesat, dall’altitudine di circa 500-520 km, con un’inclinazione di 97,44 gradi. Questi piccoli satelliti, integrati su una piattaforma di rilascio Ion realizzata dalla società D-Orbit, verranno dispiegati uno al giorno, iniziando una settimana dopo il lancio. Il successo di questo lancio non solo rafforza la posizione dell’Italia nel panorama spaziale internazionale, ma apre nuove strade per l’osservazione del cosmo.

Collaborazioni e Innovazioni Tecnologiche
Il progetto Hermes è il frutto di una collaborazione internazionale che coinvolge istituzioni prestigiose come l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), il Politecnico di Milano e l’Università di Cagliari. Questa sinergia ha permesso di sviluppare una costellazione che sintetizza un telescopio grande quanto l’orbita in cui vola, con un diametro di quasi quattordicimila chilometri. I cubesat, progettati e realizzati presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano, sono dotati di payload a raggi X/gamma sviluppati dall’INAF e dalla Fondazione Bruno Kessler. Il software di bordo è stato sviluppato in collaborazione con l’Università di Tubinga, garantendo funzionalità e stabilità operative elevate. Questa infrastruttura tecnologica avanzata consente di rilevare e localizzare eventi astronomici come i lampi di raggi gamma, inviando avvisi tempestivi alla comunità scientifica.
Il Ruolo dell’Università di Cagliari e le Sfide Future
L’Università di Cagliari ha giocato un ruolo cruciale nella proposta e nello sviluppo della costellazione Hermes. Questo progetto rappresenta un’opportunità unica per l’ateneo di affermarsi come protagonista nel panorama spaziale internazionale. I sei mini satelliti, posizionati a una quota di 600 km, sono progettati per osservare i lampi gamma, esplosioni cosmiche che si originano dalla fusione di buchi neri e stelle di neutroni. Grazie alla loro disposizione spaziale, i satelliti possono determinare la posizione di queste esplosioni nel cielo, similmente a come la rete GPS trova la posizione di uno smartphone sulla Terra. Questo approccio innovativo promette di rivoluzionare il modo in cui osserviamo il cosmo.
Un Nuovo Capitolo per la Space Economy
La missione Hermes Pathfinder segna un nuovo capitolo nella space economy, dimostrando come i nanosatelliti possano essere strumenti potenti e versatili per la ricerca scientifica. La capacità di monitorare eventi cosmici in tempo reale e di trasmettere rapidamente i dati alla comunità scientifica è un esempio di come la tecnologia spaziale possa essere utilizzata per affrontare sfide globali. La space economy non riguarda solo l’esplorazione dello spazio, ma anche l’uso delle risorse spaziali per migliorare la vita sulla Terra. In questo contesto, la missione Hermes rappresenta un modello di come le collaborazioni internazionali e l’innovazione tecnologica possano portare a risultati straordinari.
In termini di space economy, è fondamentale comprendere come le missioni spaziali possano generare valore economico e scientifico. La nozione di “sensore distribuito” nello spazio, testata dalla costellazione Hermes, offre un esempio di come le tecnologie spaziali possano essere utilizzate per raccogliere dati preziosi in modo efficiente ed economico. Inoltre, la capacità di rilevare e analizzare eventi cosmici in tempo reale apre nuove possibilità per la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. Queste missioni non solo ampliano la nostra comprensione dell’universo, ma stimolano anche lo sviluppo di nuove tecnologie che possono avere applicazioni pratiche sulla Terra.