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- Altec costruirà un centro simulazione lunare con investimento di 3,5 milioni di euro.
- Il ROCC di Altec simula operazioni marziane su 320 metri quadrati.
- Nel 2023, il settore spaziale italiano ha fatturato quasi 3 miliardi di euro.
Altec e il ruolo dell’Italia nella nuova era spaziale
L’attenzione globale si sta spostando, con rinnovato vigore, verso l’esplorazione dello spazio profondo. Dopo un periodo focalizzato sull’orbita terrestre bassa (LEO) e sulle attività connesse alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), l’interesse si concentra nuovamente su obiettivi ben più ambiziosi e sfidanti: il ritorno stabile sulla Luna e, nel futuro, la conquista di Marte. In questo contesto in rapida evoluzione, l’Italia, forte di una tradizione aerospaziale consolidata e di riconosciute eccellenze tecnologiche, si prepara a recitare un ruolo primario. Altec, in particolare, si configura come un motore trainante di questa nuova era spaziale. Ma quali sono le reali opportunità che si aprono per il nostro paese? L’esperienza maturata con l’accordo sulla ISS può considerarsi un trampolino di lancio sufficiente per sogni così ambiziosi?
Altec (Aerospace Logistics Technology Engineering Company) rappresenta un centro di eccellenza italiano nel campo dell’ingegneria aerospaziale e della logistica applicata allo spazio. L’ampia esperienza maturata nella gestione di complesse missioni spaziali, nel supporto vitale agli astronauti e nello sviluppo di tecnologie all’avanguardia, la rendono un attore fondamentale in questa nuova fase dell’esplorazione spaziale. L’azienda ha recentemente siglato un importante accordo con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) per la progettazione e la realizzazione di un avanzato Centro di Simulazione e Controllo Missioni Robotiche Lunari. Questo centro, situato a Torino, diventerà un punto di riferimento cruciale per lo sviluppo e la sperimentazione di tecnologie, sistemi ed esperimenti destinati alla superficie lunare. L’infrastruttura supporterà non solo i programmi italiani, ma anche quelli europei, nell’ambito di un impegno congiunto con il programma Artemis della NASA.
L’ad di Altec, Vincenzo Giorgio, ha sottolineato come questo progetto sia un passo fondamentale verso la conquista di conoscenze, tecnologie e metodologie essenziali per portare, in futuro, l’uomo su Marte in sicurezza. Questo percorso prevede diverse tappe: il proseguimento delle attività di ricerca in orbita terrestre bassa, l’esplorazione robotica di Marte (dove Altec gioca già un ruolo strategico con il Rover Operations Control Centre (ROCC) per la missione ExoMars dell’ESA) e, infine, il ritorno umano sulla Luna.
Il nuovo centro di simulazione lunare andrà ad affiancare il ROCC, già operativo dal 2019 e dedicato alle simulazioni di operazioni marziane. Quest’ultimo, con una superficie di 320 metri quadrati, include il Mars Terrain Simulator, una riproduzione fedele del suolo marziano realizzata con 140 tonnellate di sabbia e rocce. L’investimento complessivo per la realizzazione del nuovo centro lunare ammonta a 3,5 milioni di euro.
L’industria italiana, nel suo complesso, è in grado di fornire un contributo significativo in molteplici settori strategici per l’esplorazione spaziale, come i sistemi di propulsione avanzati, lo sviluppo di materiali innovativi, la robotica e l’intelligenza artificiale.

Tecnologie italiane all’avanguardia per lo spazio profondo
L’esplorazione dello spazio profondo pone sfide tecnologiche di notevole complessità, che richiedono soluzioni innovative e affidabili. Tra le aree critiche vi sono i sistemi di supporto vitale, essenziali per garantire la sopravvivenza degli astronauti in ambienti ostili e per periodi prolungati. Questi sistemi devono essere in grado di fornire aria respirabile, acqua potabile, cibo, controllo della temperatura e gestione dei rifiuti, minimizzando al contempo il peso, il volume e il consumo energetico.
Le comunicazioni nello spazio profondo rappresentano un’altra sfida importante. Le distanze enormi, i ritardi nella trasmissione dei segnali e le interferenze cosmiche richiedono lo sviluppo di tecnologie di comunicazione avanzate, in grado di garantire un flusso di dati affidabile e continuo tra la Terra e le missioni spaziali.
La robotica giocherà un ruolo sempre più cruciale nell’esplorazione e nella costruzione di infrastrutture nello spazio. Robot autonomi e versatili saranno impiegati per esplorare nuovi territori, raccogliere campioni, costruire habitat e svolgere attività di manutenzione, riducendo i rischi per gli astronauti e aumentando l’efficienza delle missioni.
L’Italia è all’avanguardia nello sviluppo di diverse tecnologie chiave per l’esplorazione dello spazio profondo. Ad esempio, il cubesat Argomoon, realizzato in Italia, testerà nuove tecnologie di comunicazione durante la missione Orion della NASA, fornendo immagini del modulo americano e della superficie lunare.
La filiera industriale italiana è pienamente coinvolta nel programma Artemis, con un ruolo di primo piano nella realizzazione del Gateway, la futura stazione spaziale in orbita lunare. Thales Alenia Space, in particolare, è l’unica azienda non americana selezionata dalla NASA per lo sviluppo dello human landing system, il veicolo che trasporterà gli astronauti dalla stazione Gateway alla superficie lunare.
Attraverso l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), l’Italia contribuisce in modo significativo all’European Service Module di Orion, fornendo componenti essenziali per il sistema di propulsione, il controllo termico e l’alimentazione elettrica della navicella. Questi moduli di servizio sono progettati per essere utilizzati una sola volta per ogni lancio di Orion.
Collaborazione internazionale e opportunità economiche
L’esplorazione dello spazio profondo è un’impresa di portata globale, che richiede la collaborazione di diverse nazioni, agenzie spaziali e aziende private. L’Italia, attraverso l’ASI e le sue imprese, è attivamente coinvolta in programmi internazionali con la NASA, l’ESA e altre agenzie spaziali. Queste collaborazioni permettono di condividere costi, competenze e rischi, massimizzando le probabilità di successo delle missioni e accelerando lo sviluppo di nuove tecnologie. La partecipazione italiana al programma Gateway e al modulo di servizio europeo di Orion ne sono un esempio tangibile.
L’esplorazione spaziale non rappresenta solo un’avventura scientifica e tecnologica, ma anche un’importante opportunità di crescita economica per il nostro paese. Gli investimenti nel settore aerospaziale generano innovazione, creano posti di lavoro altamente qualificati e stimolano la competitività delle imprese italiane. Il ritorno economico può manifestarsi in diverse forme, dalla vendita di tecnologie e servizi spaziali allo sviluppo di nuovi prodotti e applicazioni derivanti dalla ricerca spaziale, con un impatto positivo su diversi settori dell’economia.
Nel 2023, il fatturato del settore spaziale in Italia ha raggiunto quasi 3 miliardi di euro, pari allo 0,17% del PIL, con investimenti che ammontano a 148 milioni di euro. Le istituzioni europee hanno stanziato un budget di 14,8 miliardi di euro per il programma spaziale 2021-2027, a dimostrazione dell’importanza strategica del settore.
La cosiddetta new space economy, caratterizzata da una maggiore partecipazione del settore privato e da un approccio più commerciale all’esplorazione spaziale, offre nuove opportunità per le imprese italiane. L’ASI sta promuovendo iniziative pubblico-private per sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie e servizi spaziali, come le comunicazioni satellitari, l’osservazione della Terra e l’in-orbit servicing.
Secondo uno studio realizzato da Sace, per ogni euro investito nel settore spaziale vengono creati 11 euro di valore aggiunto. L’industria spaziale europea, nel suo complesso, ha generato un fatturato di 8,4 miliardi di euro nel 2023 e impiega oltre 63.000 persone.
L’Italia si posiziona come il terzo paese europeo per investimenti nel settore spaziale, grazie anche all’importante finanziamento di D-Orbit, la startup italiana specializzata in logistica e trasporti spaziali.
Prospettive future e la space economy come motore di sviluppo
L’Italia si trova di fronte a un’occasione unica per consolidare il suo ruolo di protagonista nella nuova corsa allo spazio. Sfruttando le proprie competenze, le proprie tecnologie all’avanguardia e le solide collaborazioni internazionali, il nostro paese può contribuire in modo significativo all’esplorazione della Luna e di Marte, aprendo nuove frontiere scientifiche, tecnologiche ed economiche. Investire nell’esplorazione spaziale significa investire nel futuro dell’Italia, creando nuove opportunità per le imprese, i ricercatori e i giovani talenti.
In conclusione, l’avventura spaziale non è solo un sogno audace, ma un motore di progresso e di sviluppo per l’intera società.
Un concetto base di space economy, direttamente correlato al tema di questo articolo, è la distinzione tra attività “upstream” e “downstream”. Le attività upstream riguardano la progettazione, la costruzione e il lancio di satelliti e veicoli spaziali, mentre le attività downstream si concentrano sulla fornitura di servizi basati sui dati e sulle tecnologie spaziali (come le telecomunicazioni, la navigazione satellitare e l’osservazione della Terra).
Un concetto più avanzato è quello di “space resource utilization” (SRU), ovvero l’utilizzo delle risorse presenti nello spazio (come l’acqua, i minerali e l’energia solare) per sostenere le missioni spaziali e creare nuove opportunità economiche. L’SRU potrebbe ridurre la dipendenza dalla Terra, abbattere i costi delle missioni e aprire la strada a una colonizzazione sostenibile dello spazio.
La riflessione personale che vi invito a fare riguarda il ruolo che l’Italia vuole giocare in questo scenario in rapida evoluzione. Abbiamo le carte in regola per essere protagonisti, ma dobbiamo investire con coraggio e lungimiranza nelle nostre eccellenze e promuovere una cultura dell’innovazione e della collaborazione. Solo così potremo trasformare il sogno dello spazio in una realtà concreta e prospera per il nostro paese.